D.M. 26 novembre 1998 (1).
Approvazione di tabelle UNI-CIG, di cui alla legge 6 dicembre 1971, n.
1083, recante norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile
(18° gruppo) (2).
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(1) Pubblicato nella Gazz. Uff. 29 dicembre 1998, n. 302.
(2) Il presente provvedimento è anche citato, per coordinamento, in nota
al D.M. 7 giugno 1973.
IL MINISTRO DELL'INDUSTRIA
DEL COMMERCIO E DELL'ARTIGIANATO
Vista la legge 6 dicembre 1971, n. 1083, sulla sicurezza di impiego
di gas combustibile;
Vista la legge 5 marzo 1990, n. 46, art. 7, e successive modificazioni,
concernente le norme per la sicurezza degli impianti;
Visto il D.P.R 6 dicembre 1991, n. 447, concernente il regolamento
di attuazione della citata legge 5 marzo 1990, n. 46;
Visto il D.P.R. 13 maggio 1998, n. 218, concernente il regolamento recante
disposizioni in materia di sicurezza degli impianti alimentati a gas combustibile
per uso domestico;
Sentita l'apposita commissione tecnica costituita per l'applicazione della
legge 6 dicembre 1971, n. 1083;
Considerata la necessità, ai sensi dell'art. 3 della citata legge 6 dicembre
1971, n. 1083, di approvare le norme specifiche per la sicurezza, pubblicate
dall'Ente nazionale di unificazione (UNI), in tabelle con la denominazione
UNI-CIG, la cui osservanza fa presumere effettuati secondo le regole della
buona tecnica per la salvaguardia della sicurezza, i materiali, gli apparecchi,
le installazioni e gli impianti alimentati con gas combustibile;
Considerato che le predette norme si estendono anche agli usi similari di cui
all'art. 1 della citata legge 6 dicembre 1971, n. 1083, e cioè, a quelli
analoghi, nel fine operativo, negli usi domestici e da questi differiscono
perché richiedono apparecchi o installazioni diverse;
Considerato che, ai sensi del citato D.P.R. 6 dicembre 1991, n. 447,
i materiali, i componenti e gli impianti costruiti secondo le tabelle CEI
e UNI-CIG, si presumono soddisfare la regola dell'arte per la salvaguardia
della sicurezza;
Considerato che le tabelle UNI-CIG relative ai materiali e ai componenti, destinati
alla realizzazione degli impianti, non rientrano nel campo di applicazione
del D.P.R. 15 novembre 1996, n. 661, di recepimento della direttiva
CEE/90/396 sugli apparecchi a gas combustibile;
Visto che, ai sensi del citato D.P.R. 13 maggio 1998, n. 218, le modalità
per effettuare l'adeguamento, i controlli e le verifiche ivi previste sono
state pubblicate dall'Ente nazionale di unificazione - UNI con la norma specifica
UNI-CIG 10738;
Considerato che le tabelle UNI-CIG, pur mantenendo il carattere di norme volontarie,
e pertanto non costituendo regole tecniche ai sensi della legge 21 giugno
1986, n. 317, di recepimento della direttiva CEE/83/189, conferiscono
ai materiali, prodotti e impianti, costruiti secondo le stesse tabelle, presunzione
di conformità alle regole della buona tecnica per la salvaguardia della sicurezza;
Considerata la necessità, per la più ampia divulgazione possibile, di
pubblicare dette norme nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, in
allegato al decreto di approvazione, trattandosi di norme finalizzate alla
salvaguardia della sicurezza e della salute delle persone, in analogia alla
pubblicazione delle corrispondenti norme oggetto di disciplina comunitaria;
Decreta:
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Articolo 1
1. È approvata, ai sensi dell'art. 3 della legge 6 dicembre 1971, n. 1083,
e pubblicata nell'allegato I parte integrante del presente decreto, la seguente
tabella UNI-CIG, norma tecnica per la salvaguardia della sicurezza (18° gruppo):
UNI-CIG 10738 - Edizione maggio 1998 - «Impianti alimentati a gas
combustibile per uso domestico preesistenti alla data del 13 marzo 1990 - Linee
guida per la verifica delle caratteristiche funzionali».
2. L'allegato F alla tabella UNI-CIG 10738 è sostituito dalla scheda
di presentazione dei risultati delle verifiche, riportata nell'allegato II,
parte integrante del presente decreto.
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Allegato I
NORMA ITALIANA |
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Impianti alimentati a gas
combustibile per uso |
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UNI 10738 |
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domestico preesistenti alla
data del 13 marzo 1990 |
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Linee guida per la verifica
delle caratteristiche funzionali |
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MAGGIO 1998 |
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Gas plants for domestic use dating before 13th March 1990 |
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Guidelines tor verifying functional characteristics |
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DESCRITTORI |
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Impianto a gas per uso
domestico, materiale, ventilazione, |
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aerazione locali, scarico
prodotti della combustione, apparecchio |
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CLASSIFICAZIONE ICS |
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91.140.40 |
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SOMMARIO |
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La norma fornisce le linee
guida per effettuare la verifica delle |
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caratteristiche funzionali
degli impianti a gas per uso domestico, |
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preesistenti alla data del
13 marzo 1990, alimentati a gas |
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combustibile, ovvero agli
impianti asserviti ad apparecchi con |
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singola portata termica non
maggiore di 35 kW. |
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RELAZIONI NAZIONALI |
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RELAZIONI INTERNAZIONALI |
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ORGANO COMPETENTE |
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CIG - Comitato Italiano Gas
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RATIFICA |
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Presidente dell'UNI,
delibera del 20 aprile 1998 |
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RICONFERMA |
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UNI |
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(Copyright) UNI - Milano
1998 |
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Ente Nazionale
Italiano |
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di Unificazione |
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Riproduzione vietata. Tutti
i diritti sono riservati. Nessuna parte |
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Via Battistotti Sassi,
11B |
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del presente documento può
essere riprodotta o diffusa con un |
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20133 Milano, Italia |
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del qualsiasi, fotocopie,
microfilm o altro, senza il consenso |
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scritto dell'UNI. |
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PREMESSA
La presente norma è stata elaborata dal CIG (Comitato Italiano Gas - viale
Brenta 27, 20139 Milano), ente federato all'UNI, è stata rivista da una
Commissione istituita presso il Ministero dell'industria, commercio e
artigianato, ed è stata approvata per la sua presentazione alla Commissione
Centrale Tecnica dell'UNI il 20 ottobre 1997.
È stata quindi esaminata ed approvata dalla Commissione Centrale Tecnica,
per la pubblicazione come norma raccomandata, il 26 marzo 1998.
La norma contiene delle linee guida per la verifica delle caratteristiche
funzionali degli impianti a gas, connesse agli obiettivi della legge n.
1083 del 1971. Essa riguarda gli impianti costruiti prima del 13 marzo
1990, data di entrata in vigore della legge n. 46 del 1990; per gli
impianti costruiti successivamente a tale data, deve essere fornita ed essere
disponibile la dichiarazione di conformità, secondo l'art. 9 della legge
n. 46 del 1990 ed il decreto del Ministero dell'industria, del commercio
e dell'artigianato del 20 febbraio 1992 (G.U. n. 49 del 28 febbraio 1992).
__________
Le norme UNI sono revisionate, quando necessario, con la pubblicazione di
nuove edizioni o di aggiornamenti.
È importante pertanto che gli utenti delle stesse si accertino di essere in
possesso dell'ultima edizione e degli eventuali aggiornamenti.
Le norme UNI sono elaborate cercando di tenere conto dei punti di vista di
tutte le parti interessate e di conciliare ogni aspetto conflittuale, per
rappresentare il reale stato dell'arte della materia ed il necessario grado di
consenso.
Chiunque ritenesse, a seguito dell'applicazione di questa norma, di poter
fornire suggerimenti per un suo miglioramento o per un suo adeguamento ad uno
stato dell'arte in evoluzione è pregato di inviare i propri contributi all'UNI,
Ente Nazionale Italiano di Unificazione, che li terrà in considerazione, per
l'eventuale revisione della norma stessa.
1. SCOPO E CAMPO DI APPLICAZIONE
La presente norma fornisce le linee guida per effettuare la verifica delle
caratteristiche funzionali degli impianti a gas per uso domestico preesistenti
alla data del 13 marzo 1990 [1].
Essa si applica agli impianti per uso domestico alimentati a gas
combustibile (sia gas naturale (metano), sia gas di petrolio liquefatto (GPL),
sia gas manifatturato), comprendenti apparecchi con singola portata termica non
maggiore di 35 kW (30.000 kcal/h) [2].
__________
[1] Data coincidente con l'entrata in vigore della legge 5 marzo 1990, n.
46 "Norme per la sicurezza degli impianti".
[2] Nel testo della presente norma i valori di portata termica vengono
espressi in kilowatt (kW) in conformità al Sistema Internazionale di misura
(SI); tenuto conto che la realizzazione degli impianti preesistenti può
risalire a periodi anche non recenti, in cui era ancora in vigore o comunque
molto diffusa come unità di misura la kilocaloria all'ora, tale unità viene per
praticità indicata tra parentesi, di fianco ad ogni valore espresso in
kilowatt.
2. RIFERIMENTI NORMATIVI
UNI 7140 |
Apparecchi a gas per uso
domestico - Tubi flessibili non metallici per allacciamento |
UNI 9691 |
Apparecchi a gas per uso
domestico - Tubi flessibili di acciaio inossidabile a parete continua |
UNI 10642 |
Apparecchi a gas -
Classificazione in funzione del metodo di prelievo dell'aria comburente
e |
|
di scarico dei prodotti
della combustione |
3. TERMINI E DEFINIZIONI
Ai fini della presente norma si applicano le definizioni seguenti:
3.1. ventilazione: Afflusso dell'aria necessaria alla combustione.
3.2. aerazione: Ricambio dell'aria necessaria sia per lo smaltimento
dei prodotti della combustione, sia per evitare miscele con un tenore
pericoloso di gas non combusti.
4. VERIFICA DELLA VENTILAZIONE
4.1. Nei locali in cui sono installati degli apparecchi a gas di
cottura e/o a circuito di combustione aperto (tipo A o B) (per la
classificazione degli apparecchi vedere appendice A) è necessario che siano
presenti una o più aperture di ventilazione permanenti verso l'esterno con i
seguenti requisiti:
a) avere complessivamente una sezione libera di 5,16 cm2 per ogni
kW (6 cm2 per ogni 1.000 kcal/h) di portata termica del/degli
apparecchio/i, con minimo di 100 cm2;
b) quando praticate nelle pareti devono essere protette con griglia, reti
metalliche, ecc. che non riducano la sezione netta richiesta;
c) essere praticate preferibilmente nella parte bassa della parete esterna o
delle portefinestre.
Qualora siano realizzate nella parte alta delle pareti o degli infissi
(finestre, porte, cassonetti di serrande avvolgibili o simili) [3], le sezioni
libere devono essere maggiorate del 50%, cioè 7,74 cm2 per ogni kW
(9 cm2 per ogni 1.000 kcal/h) con un minimo di 150 cm2,
secondo le indicazioni riportate nel prospetto C.2.
In presenza di portate termiche complessive maggiori di 35 kW (30.000
kcal/h), la superficie di ventilazione deve essere comunque non minore del
valore ottenuto con la seguente relazione:
5,16 cm2 per ogni kW (6 cm2
per ogni 1.000 kcal/h)
d) la sezione necessaria alla ventilazione può essere costituita anche da
una fessura tra una porta che dia verso l'esterno ed il pavimento, purché si
abbia la superficie prevista in c) per la posizione bassa.
__________
[3] Nel controllare le aperture di ventilazione non praticate nella
muratura, occorre poterne misurare le dimensioni nette ed assicurarsi che in ogni
posizione dei serramenti sia garantito il libero passaggio dell'aria.
4.1.1. I locali contenenti solo apparecchi di cottura dotati di
dispositivi di controllo di fiamma e con portata termica non superiore a 11,6
kW (10.000 kcal/h), si considerano idonei dal punto di vista della ventilazione
se hanno volume uguale o maggiore di 20 m3 (superficie in pianta
circa 7 m2) e dispongono di finestre o portefinestre prospicienti
l'esterno apribili (per l'aerazione vedere 5).
Ai fini del calcolo del volume del locale di installazione può essere
considerato anche il locale contiguo e comunicante senza interposizione di
porte, purché detto locale rispetti i seguenti requisiti:
- non sia adibito a camera da letto;
- non vi siano installati altri apparecchi a gas;
- non sia un ambiente con pericolo di incendio (per esempio autorimessa,
magazzino di materiali combustibili, ecc.).
I locali contenenti apparecchi di cottura privi di dispositivi di controllo
di fiamma sul piano di lavoro, o con volume minore di 20 m3, devono
essere ventilati a mezzo di apposite aperture verso l'esterno aventi superficie
minima pari a 100 cm2, indipendentemente dalla presenza di finestre
o portefinestre.
4.1.2. Nei locali in cui sono installati apparecchi di tipo A (non
collegati ad un condotto di evacuazione dei prodotti della combustione) (per la
classificazione degli apparecchi vedere appendice A), devono essere presenti
due aperture, verso l'esterno, ciascuna di sezione minima di 100 cm2,
una in posizione bassa, per la ventilazione, l'altra in posizione alta per
l'aerazione.
I locali contenenti apparecchi di tipo A, non devono essere adibiti ad uso
bagno o doccia, né camere da letto; inoltre devono avere un volume maggiore di
12 m3.
4.2. Gli apparecchi a circuito di combustione stagno rispetto al
locale di installazione (apparecchi di tipo C) non sono soggetti a prescrizioni
di ventilazione.
In ogni caso la presa esterna dell'aria di combustione (terminale) deve
essere libera da ogni ostruzione, in buono stato di conservazione e fissata
stabilmente.
4.3. Nel caso non sia possibile effettuare la ventilazione diretta
del locale come sopra descritto, si può realizzare la ventilazione indiretta
con gli stessi requisiti di cui sopra, da un locale adiacente, purché tale
locale non sia una camera da letto, o un locale con pericolo di incendio (per
esempio autorimessa), non sia in depressione rispetto al locale da ventilare
(per esempio per presenza di altri apparecchi di combustione con circuito di
combustione aperto, elettroventilatori o simili) e sia collegato al locale da
ventilare da aperture aventi le medesime dimensioni di quelle sopra descritte,
praticabili anche nella porta di passaggio da un locale all'altro.
4.4. Per la verifica della corretta ventilazione si devono prima
rilevare il tipo e i dati di targa (portata termica) degli apparecchi (di
cottura e/o a circuito di combustione aperto) presenti nel locale, in modo da
poter calcolare le aperture di ventilazione necessarie.
Nel caso non siano disponibili i dati di targa, si possono assumere i valori
riportati nell'appendice B.
Successivamente si procede alla misurazione della sezione netta delle
aperture per accertarne la conformità a quanto richiesto.
Si deve controllare anche che le aperture siano libere da ostruzioni.
Nelle appendici C e D sono riportati alcuni esempi per il calcolo delle
superfici di ventilazione.
Se si vogliono accertare le condizioni di ventilazione, in mancanza dei
requisiti di cui sopra, è indispensabile effettuare idonee prove strumentali e
stabilire comunque i provvedimenti da adottare.
5. VERIFICA DELL'AERAZIONE DEI LOCALI
5.1. Nei locali dove sono installati apparecchi di tipo A o di
cottura, non dotati di condotti di scarico dei prodotti della combustione
all'esterno, deve essere garantita una idonea aerazione sia per lo smaltimento
dei prodotti della combustione, sia per evitare l'eventuale formazione di
miscele con tenore pericoloso di gas non combusto.
5.2. Nei locali in cui sono installati apparecchi di tipo A, oltre
all'apertura di ventilazione di cui in 4.1, deve essere presente anche un'altra
apertura per l'aerazione, ubicata nella parte alta del locale ed avente una
superficie minima netta non minore di 100 cm2.
5.3. Nei locali in cui sono installati solo apparecchi di cottura
privi della cappa per lo scarico dei prodotti della combustione (vedere 6.1),
l'aerazione del locale si ritiene soddisfatta in presenza di almeno uno dei
seguenti requisiti:
5.3.1. un elettroventilatore (estrattore) applicato alla parete
esterna o alla finestra, oppure collegato ad un apposito condotto di scarico
verso l'esterno, da mettere in funzione durante tutto il tempo di funzionamento
dell'apparecchio di cottura.
In questo caso devono essere rispettate le seguenti condizioni:
- il ventilatore non può tassativamente essere collegato a canne fumarie
destinate allo scarico di apparecchi diversi da quelli di cottura, quali
caldaie, scaldabagni e stufe anche se installati su altri piani;
- nel locale non vi deve essere alcun condotto di scarico funzionante o fuori
servizio, a meno che non sia tappato o sigillato;
- l'elettroventilatore deve avere una portata di aria di almeno 2 m3/h
ogni 1.000 kcal/h di portata termica installata:
oppure mediante:
5.3.2. un apposito foro, verso l'esterno, nella parte alta della
parete o dell'infisso con una superficie netta non minore di 100 cm2.
Tale foro non concorre al calcolo della superficie di ventilazione prevista
in 4.1.
Tuttavia l'apertura di ventilazione di cui in 4.1, può essere coincidente
con quella di aerazione sopra descritta (con esclusione degli impianti
alimentati a GPL, vedere appendice D), in tale caso l'apertura unica deve
risultare ubicata necessariamente nella parte alta del locale ed avere una
superficie netta non minore di 250 cm2.
Nell'appendice D sono riportati alcuni esempi riferiti alle superfici di
aerazione e di ventilazione dei locali contenenti solo apparecchi di cottura.
6. VERIFICA DELL'EFFICIENZA DEI SISTEMI DI SCARICO DEI PRODOTTI DELLA
COMBUSTIONE (SCARICO DEI FUMI)
6.1. Apparecchi di cottura
Gli apparecchi di cottura dei cibi devono scaricare i prodotti della
combustione in apposite cappe che comunque devono essere collegate a condotti
specificatamente dedicati, oppure scaricare direttamente all'esterno (a
parete).
Nei condotti dove scaricano le cappe degli apparecchi di cottura non è
consentito convogliare lo scarico di qualsiasi altro apparecchio.
In alternativa allo scarico per mezzo della cappa è consentito adottare uno
dei requisiti specificati in 5.3.
6.2. Apparecchi di tipo B a tiraggio naturale
Gli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale devono scaricare i prodotti
della combustione in appositi camini o canne fumarie collettive ramificate (di
seguito denominate canne fumarie) oppure direttamente all'esterno (a parete).
Canali da fumo
Il canale da fumo, che collega l'apparecchio al camino, canna fumaria o
terminale esterno, deve presentare i seguenti requisiti:
- non deve essere deteriorato per effetto del calore, delle eventuali
condense o da altre cause;
- deve avviare in maniera adeguata il flusso ascendente dei prodotti della
combustione verso l'imbocco al camino, canna fumaria, dispositivo di scarico;
- deve essere ben fissato in maniera da impedire lo scollegamento
accidentale sia dell'apparecchio sia dell'imbocco del camino o canna fumaria;
- deve ricevere lo scarico dei prodotti della combustione di un solo
apparecchio;
- lungo tutto il percorso del canale da fumo non devono essere presenti
serrande o altri sistemi di chiusura;
- deve avere per tutta la lunghezza una sezione non minore di quella
dell'attacco del tubo di scarico dell'apparecchio. Nel caso in cui la canna
fumaria avesse un diametro minore di quello dei canali da fumo deve essere
effettuato un raccordo conico.
È consentito che due apparecchi a gas, situati nello stesso ambiente,
scarichino in un apposito canale da fumo collettore, purché vengano rispettate
le prescrizioni seguenti:
a) gli apparecchi siano similari per tipo e portata termica, per esempio due
caldaie, una caldaia ed uno scaldabagno oppure due stufe;
b) il collettore abbia una sezione di passaggio non minore della somma delle
sezioni dei canali da fumo dei due apparecchi.
In alternativa al collettore, due apparecchi similari possono scaricare i
prodotti della combustione direttamente in un unico camino, purché tra l'asse
dei due imbocchi al camino stesso vi sia una distanza non minore di 25 cm.
6.3. Apparecchi di tipo B a tiraggio forzato e di tipo C
Canali da fumo
Gli apparecchi di tipo B (vedere appendice A) a tiraggio forzato sono quelli
a circuito di combustione aperto che dispongono di un elettroventilatore per
evacuare forzatamente i fumi dell'apparecchio stesso.
I canali da fumo degli apparecchi di tipo B a tiraggio forzato e degli
apparecchi di tipo C (per questi ultimi nel caso di canale dell'aria separato
dal canale da fumo) devono essere a tenuta dei prodotti della combustione e non
devono essere di tipo corrugato.
Inoltre i canali da fumo non devono essere corrosi o deteriorati.
I canali da fumo devono essere ben fissati sia all'apparecchio sia al
sistema di evacuazione dei prodotti della combustione.
6.4. Scarico diretto all'esterno dei prodotti della combustione degli
apparecchi di tipo B e C (a tiraggio naturale e forzato)
Nel caso gli apparecchi scarichino direttamente all'esterno (a parete), il
terminale di tiraggio deve essere posizionato al di fuori dell'area di rispetto
indicata nell'appendice E; in pratica i fumi non devono fuoriuscire all'esterno
degli edifici nelle zone vicine ad eventuali aperture quali finestre,
portefinestre, aperture di ventilazione, ecc. La stessa appendice riporta le
distanze in funzione della tipologia degli apparecchi (a tiraggio naturale o
forzato). Tali distanze si applicano agli apparecchi con portata termica
maggiore di 4 kW (3.440 kcal/h).
I terminali di tiraggio degli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale
devono essere posizionati in modo da convogliare i fumi verso l'alto e non
obliquamente ed orizzontalmente.
6.5. Scarico dei prodotti della combustione in camini e canne fumarie
Per camino si intende un condotto singolo che riceve lo scarico di un solo
apparecchio, o due come sotto specificato, mentre le canne fumarie sono
costituite essenzialmente da un collettore collegato tramite condotti secondari
(rami) agli apparecchi ubicati sui diversi piani degli stabili.
I camini possono ricevere lo scarico di un solo apparecchio. È consentito lo
scarico di due apparecchi, ubicati nello stesso locale, purché vengano
rispettate le prescrizioni precedentemente descritte in 6.2.
Le canne fumarie collettive ramificate possono ricevere lo scarico solo da
apparecchi a gas di tipo B a tiraggio naturale tenendo presente che:
- è consentito lo scarico di un solo apparecchio per piano;
- gli apparecchi sui vari piani devono avere una portata termica similare
(cioè che non differisca tra loro più del 30%);
- ogni canna fumaria può servire massimo otto piani, il nono deve scaricare
attraverso il condono secondario, direttamente nel comignolo.
6.6. Controllo dell'efficienza dei sistemi di scarico dei prodotti della
combustione degli apparecchi di tipo B a tiraggio naturale
I controlli di cui ai punti precedenti devono formare oggetto di un esame
visivo preliminare. Di seguito invece vengono descritte le prove da effettuare
per la verifica dell'efficienza dei sistemi di scarico.
L'efficienza dei sistemi di scarico dei prodotti della combustione degli
apparecchi di tipo B a tiraggio naturale può essere verificata secondo la
procedura prevista dalla normativa tecnica, specifica in materia.
Possono comunque essere seguite le seguenti modalità:
- chiudere porte e finestre del locale;
- azionare gli eventuali elettroventilatori o cappe aspiranti;
- accendere l'apparecchio oggetto della prova e gli altri eventuali
apparecchi (esclusi quelli a circuito di combustione stagno) alla massima
portata termica;
- trascorsi 10 min, con tutte le apparecchiature in funzione, si accosta
lungo tutto il bordo dell'interruttore di tiraggio dell'apparecchio in prova un
fiammifero o una candela o, preferibilmente, un fiammifero fumogeno o un
prodotto analogo.
Se il tiraggio è corretto la fiamma o i fumi saranno attirati
nell'interruttore di tiraggio. Altrimenti i prodotti della combustione che non
evacuano correttamente tenderanno a respingere la fiamma o i fumi.
Un altro metodo pratico per il controllo dell'efficienza del tiraggio,
consiste nell'accostare alle aperture sul mantello degli apparecchi in
corrispondenza dell'interruttore di tiraggio, o ai bordi dello stesso, nelle
medesime condizioni di funzionamento di cui sopra, una placca cromata o uno
specchio passato prima sotto acqua fredda corrente ed asciugato. Se la placca o
lo specchio si appannano significa che il sistema di scarico non è efficiente
ed i fumi rientrano nell'ambiente. In alternativa alla placca o allo specchio
si possono utilizzare anche appositi strumenti elettronici.
Se le prove con fiamme o fumi, oppure con placca cromata o specchio
forniscono risultati incerti, oppure si rilevano alcuni degli indizi
sottocitati, occorre, nelle medesime condizioni di prova, effettuare il
controllo del tiraggio, a valle del rompitiraggio, mediante un apposito
strumento (per esempio un deprimometro).
Indizi della non corretta efficienza del sistema di scarico dei prodotti
della combustione o dell'intasamento dello scambiatore di calore, sono dati
dalla presenza di depositi di sporco all'imbocco del camino, dal deterioramento
del colore dell'involucro dell'apparecchio e dalla presenza di muffa o di
umidità sulle pareti limitrofe e sui vetri delle finestre. Questi ultimi
fenomeni sono più evidenti nei periodi molto freddi, bisogna però verificare
che l'umidità non sia dovuta ad altre cause, come la cottura dei cibi.
Nel caso la prova di tiraggio evidenzi la fuoriuscita dei prodotti della
combustione nell'ambiente oppure si abbia un risultato incerto, è
indispensabile effettuare una verifica delle condizioni di tutta la canna
fumaria.
7. VERIFICA DELLA TENUTA DELL'IMPIANTO INTERNO DI ADDUZIONE DEL GAS
COMBUSTIBILE (TUBAZIONI E LORO ACCESSORI)
La verifica ha lo scopo di accertare la tenuta dell'impianto interno cioè
l'assenza di perdite di gas dalle tubazioni a partire dal contatore (o dalle
bombole oppure dai serbatoi fissi per il GPL) fino agli apparecchi di
utilizzazione.
Le tubazioni degli impianti interni possono essere in vista, sotto traccia
(cioè all'interno delle pareti) o interrate.
L'impianto interno deve presentare le seguenti caratteristiche ed essere
conforme alle prescrizioni sottoriportate:
- gli impianti alimentati da GPL (sia da bombole che da serbatoi fissi)
devono avere solo tubazioni collocate in vista e, negli eventuali
attraversamenti di muri e di solette, devono avere un tubo di protezione
esterno (guaina);
- gli impianti interni alimentati da GPL (sia da bombole che da serbatoi
fissi) non possono essere installati in locali con il pavimento al di sotto del
piano di campagna;
- è vietata la posa in opera delle tubazioni nei camini, nelle canne
fumarie, nei condotti di scarico delle immondizie, nei vani ascensori o vani
per il contenimento di tubazioni per altri servizi.
Qualora la tubazione attraversi ambienti con pericolo di incendio, (quali
autorimesse, magazzini di materiali combustibili, ecc.) il tubo deve essere
collocato in apposita guaina metallica;
- subito prima di ogni apparecchio di utilizzazione o di ogni flessibile
deve essere sempre presente un rubinetto di intercettazione, posto in posizione
facilmente visibile ed accessibile;
- gli apparecchi montati in modo fisso devono essere allacciati all'impianto
con raccordi rigidi o con tubi flessibili di acciaio, secondo UNI 9891. Gli
altri apparecchi (per esempio quelli di cottura), ad eccezione di quelli ad
incasso, possono essere allacciati anche con tubi non metallici (gomma o
elastomeri).
I tubi non metallici non devono avere lunghezza maggiore di 1,5 m, devono
essere facilmente ispezionabili e fissati solidamente ai portagomma con
apposite fascette metalliche, o con raccordi filettati, laddove l'apparecchio
dispone di attacco anch'esso filettato; non devono presentare strozzature, non
devono essere soggetti a sforzi di trazione o torsione od essere a contatto con
corpi taglienti, spigoli vivi e simili e non devono essere esposti a
temperature maggiori di 50 °C. Ciascun flessibile non metallico, di cui alla
UNI 7140, riporta la data entro la quale deve essere sostituito.
L'ispezione visiva di quanto sopra costituisce la parte preliminare della
procedura di controllo ed è limitata alle parti in vista; essa è accompagnata
anche all'accertamento della manovrabilità di tutti i rubinetti.
7.1. Tenuta dell'impianto interno di adduzione del gas
È necessario procedere alla verifica della tenuta dell'impianto da
effettuarsi secondo una o più delle seguenti modalità:
a) in generale effettuando una prova alla pressione di rete con l'utilizzo
di manometri di tipo tradizionale o elettronico o altri strumenti equivalenti,
opportunamente raccordati all'impianto (mediante la presa di pressione
dell'apparecchio);
b) sulle giunzioni in vista mediante soluzione saponosa o idonei prodotti,
anche al fine di localizzare la dispersione; oppure mediante cercafughe
elettronici;
c) oppure verificando che a valle del misuratore, dopo avere alimentato con
gas combustibile l'impianto, ma con tutti gli utilizzatori non in funzione, per
un periodo di almeno 15 min il misuratore stesso non segnali passaggio di gas.
Se si dovesse avvertire l'odore di gas, oppure l'esito della prova di tenuta
sia dubbio o evidenzi delle perdite è necessario effettuare la prova di tenuta,
in conformità alla normativa vigente, con idonea strumentazione e ricercare la
causa della perdita stessa per gli eventuali successivi interventi di
risanamento dell'impianto.
Nel caso si debba intervenire sull'impianto, l'intervento deve essere
effettuato secondo la normativa vigente.
8. ESISTENZA E FUNZIONALITÀ DEI DISPOSITIVI DI SORVEGLIANZA DI FIAMMA
8.1. Per tutti gli apparecchi di riscaldamento o produzione di acqua
calda è necessario verificare che gli stessi siano dotati dei sistemi di
sicurezza per la sorveglianza di fiamma, atti ad interrompere l'afflusso del
gas nel caso di spegnimento accidentale delle fiamme stesse (bruciatori).
8.2. Verifica di funzionalità
Ove non esista un rapporto di controllo e/o manutenzione relativo all'ultimo
biennio, la verifica della funzionalità dei dispositivi di sorveglianza di
fiamma si effettua nel modo seguente:
a) Apparecchi dotati di termocoppie
La funzionalità delle termocoppie si controlla come segue: si inizia con la
sola fiamma pilota in funzione; quest'ultima deve essere spenta chiudendo il
rubinetto di intercettazione del gas a monte dell'apparecchio; entro 60 s dallo
spegnimento si deve avvertire lo scatto della valvola di blocco;
successivamente, ove l'apparecchio lo consenta senza lo smontaggio di parti
funzionali dello stesso, si riapre il rubinetto di intercettazione e si prova
ad accendere la fiamma pilota (senza intervenire sul sistema di accensione) con
un fiammifero. Se la fiamma pilota non si riaccende il sistema di sicurezza è
efficiente.b) Apparecchi dotati di un sistema elettronico (ionizzazione di
fiamma)
Per gli apparecchi che dispongono di sistemi a ionizzazione di fiamma, la
prova si effettua accendendo l'apparecchio (il bruciatore principale), quindi
si chiude il rubinetto di intercettazione del gas a monte dell'apparecchio; a
questo punto il bruciatore si spegne e l'apparecchio (sempre con rubinetto
chiuso) effettua automaticamente il tentativo di riaccensione per 10 s circa,
dopo di che deve verificarsi il blocco dell'apparecchio.
La verifica può essere effettuata anche controllando il fermo del misuratore
dopo lo spegnimento della fiamma, senza interventi sul rubinetto di arresto
manuale.
8.2.1. Per gli apparecchi di cottura, se dotati di sorveglianza di
fiamma, la verifica del dispositivo si esegue nel modo seguente:
- accendere un bruciatore solo ed attendere 1 min circa, quindi spegnerlo
chiudendo il rubinetto (di comando) dell'apparecchio. Entro 60 s dallo
spegnimento si deve avvertire lo scatto della valvola di blocco;
- procedere quindi nello stesso modo per gli altri bruciatori.
9. DISPOSITIVI RIVELATORI DI GAS NATURALE O DI GPL (SE PRESENTI) [4]
L'eventuale impiego di dispositivi rivelatori di gas naturale o di GPL può
contribuire, con funzioni aggiuntive ma non sostitutive, alla sicurezza di
impiego del gas combustibile, mediante una funzione di rilevamento e di
attivazione dell'intercettazione del gas stesso, in eventi eccezionali non
intenzionali; tale impiego non esonera comunque dal rispetto di tutti i
requisiti prescritti nei precedenti punti della presente norma, mentre le
verifiche, ove siano presenti tali dispositivi, devono anche essere volte
all'accertamento materiale della funzione svolta, solo mediante gli appositi
strumenti di prova con iniettore di gas calibrato (per esempio: cuffie,
maschere, ecc.).
Può essere verificato, se del caso, che detti dispositivi:
- non abbiano superato la scadenza indicata dal costruttore;
- siano conformi alla norma tecnica di riferimento. La conformità deve
risultare da idonea attestazione;
- non diano segnali di guasto.
In caso di esito negativo delle suddette verifiche, deve essere segnalata
all'utente la non idoneità dell'apparecchio a svolgere la propria funzione.
__________
[4] rivelatore di gas (RG): Dispositivo costituito da almeno un
elemento sensore atto a rivelare una determinata concentrazione di gas in aria,
un dispositivo atto a generare il segnale di allarme, elementi per il comando a
distanza di altri dispositivi. Il RG può contenere l'alimentatore. Quando il RG
non è direttamente alimentato dalla rete di pubblica distribuzione dell'energia
elettrica, tramite alimentatore incorporato, il costruttore deve specificare
l'alimentatore esterno da impiegare ed indicarne tutte le caratteristiche atte
ad individuarlo (definizione conforme a quella della UNI CEI 70028).
10. RISULTATI DELLA VERIFICA
I risultati del sopralluogo di verifica devono essere riportati in un
apposito documento (scheda di verifica) secondo il modello riportato in
appendice F.
Tale documento deve essere predisposto in duplice copia, una per il
committente ed una per il dichiarante.
------------------------
APPENDICE A |
|
CLASSIFICAZIONE DEGLI
APPARECCHI A GAS [5] |
(informativa) |
|
|
|
|
|
A.1 |
|
Apparecchi di cottura |
|
|
Apparecchi destinati alla
cottura dei cibi quali fornelli, forni a gas e piani di cottura siano essi ad
incasso, |
|
|
separati fra loro oppure
incorporati in un unico apparecchio chiamato solitamente "cucina a
gas" [6]. |
|
|
|
A.2 |
|
Apparecchi di tipo A |
|
|
Apparecchio non previsto per
il collegamento a canna fumaria o a dispositivo di scarico dei prodotti
della |
|
|
combustione all'esterno del
locale in cui l'apparecchio è installato. Il prelievo dell'aria comburente e
lo |
|
|
scarico dei prodotti della
combustione avvengono nel locale di installazione [7]. |
|
|
|
A.3 |
|
Apparecchi di tipo B |
|
|
Apparecchio previsto per il
collegamento a canna fumaria o a dispositivo che scarica i prodotti
della |
|
|
combustione all'esterno del
locale in cui l'apparecchio è installato. Il prelievo dell'aria comburente
avviene |
|
|
nel locale di installazione
e lo scarico dei prodotti della combustione avviene all'esterno del locale
stesso [8]. |
|
|
|
A.4 |
|
Apparecchi di tipo C |
|
|
Apparecchio il cui circuito
di combustione (prelievo aria comburente, camera di combustione,
scambiatore |
|
|
di calore e scarico dei
prodotti della combustione) è a tenuta rispetto al locale in cui
l'apparecchio è |
|
|
installato. Il prelievo
dell'aria comburente e lo scarico dei prodotti della combustione
avvengono |
|
|
direttamente all'esterno del
locale [9]. |
|
|
|
|
|
|
|
[5] |
|
La classificazione e le
definizioni di cui in A.2, A.3 e A.4 sono conformi a quelle della UNI
10642. |
[6] |
|
È importante ricordare che
anche gli apparecchi di cottura devono scaricare all'esterno i prodotti della
|
|
|
combustione. |
[7] |
|
Fanno parte di questa
tipologia di apparecchi: scaldabagni istantanei (fino a 5 l/min), scaldabagni
ad |
|
|
accumulo fino a 50 l di
capacità e piccole stufe di portata termica fino a 4,2 kW. |
[8] |
|
Gli apparecchi di questo
tipo sono anche definiti "a circuito di combustione aperto".
Possono |
|
|
appartenere a questo tipo,
apparecchi quali: caldaie, scaldabagni istantanei e ad accumulo, stufe, |
|
|
generatori di aria calda e
radiatoli a gas, ecc. |
[9] |
|
Gli apparecchi di questo
tipo sono anche definiti "a circuito di combustione stagno".
Possono |
|
|
appartenere a questo tipo,
apparecchi quali: caldaie, scaldabagni istantanei e ad accumulo, stufe, |
|
|
generatori di aria calda e
radiatori a gas, ecc. |
------------------------
APPENDICE B |
|
VALORI INDICATIVI DELLE
PORTATE TERMICHE DEGLI APPARECCHI A GAS |
(informativa) |
|
|
|
|
|
|
|
prospetto B.1 |
|
Valori indicativi delle
portate termiche degli apparecchi a gas |
|
|
|
|
|
Apparecchio utilizzatore |
Portata termica |
|
|
|
kW |
(kcal/h) |
|
|
Fornello |
5,2 |
4 500 |
|
|
Cucina con forno |
11,6 |
10 000 |
|
|
Scaldabagno istantaneo (10
l/min) |
20 |
17 200 |
|
|
Scaldacqua istantaneo |
11,6 |
10 000 |
|
|
Scaldabagno ad accumulo
|
5,8 |
5 000 |
|
|
Lavabiancheria |
9,3 |
8 000 |
|
|
Stufa |
8,1 |
7 000 |
|
|
Caldaia per riscaldamento e
produzione di acqua calda |
28 |
24 000 |
|
|
Caldaia per solo
riscaldamento |
11,6 |
10 000 |
------------------------
APPENDICE C |
|
ESEMPI INDICATIVI RELATIVI
ALLA SEZIONE DELLE APERTURE DI VENTILAZIONE |
(informativa) |
|
|
|
|
|
prospetto C.1 |
|
Esempi di calcolo della
sezione delle aperture di ventilazione |
|
|
|
|
|
Apparecchio |
Portata termica kW |
Apertura di ventilazione cm2 |
|
|
|
|
in basso |
in alto |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
(5,16 cm2 × il n. di kW, con |
(7,74 cm2 × il n. kW, con un |
|
|
|
|
un minimo di 100 cm2) |
minimo di 150 cm2) |
|
|
Fornello |
5,2 |
5,2 × 5,16 = 26,8 minore del |
5,2 × 7,74 = 40,2 minore del |
|
|
|
|
minimo richiesto |
minimo richiesto |
|
|
Totale apertura |
|
100 |
150 |
|
|
Fornello |
5,2 |
5,2 × 5,16 = 26,8 |
5,2 × 7,74 = 40,2 |
|
|
Scaldabagno (tipo B) |
20 |
20 × 5,16 = 103,2 |
20 × 7,74 = 154,8 |
|
|
Totale apertura |
|
130 |
195,0 |
|
|
Fornello |
5,2 |
5,2 × 5,16 = 26,8 |
5,2 × 7,74 = 40,2 |
|
|
Caldaia (tipo B) |
28 |
28 × 5,16 = 144,5 |
28 × 7,74 = 216,7 |
|
|
Totale apertura |
|
171,3 |
256,9 |
|
|
prospetto C.2 |
Portate termiche degli
apparecchi in funzione delle sezioni delle aperture e della loro ubicazione
|
|
|
|
Portata termica complessiva degli apparecchi |
Ubicazione delle aperture |
|
|
in basso |
in alto |
|
|
cm2 |
cm2 |
|
fino a 19,38 kW (16 670
kcal/h) |
100 |
150 |
|
da 19,39 kW (16 672 kcal/h)
a 29 kW (25 000 kcal/h) |
150 |
225 |
|
da 29,1 kW (25 020 kcal/h) a
35 kW (~30 000 kcal/h) |
180 |
270 |
|
|
|
|
prospetto C.3 |
Corrispondenze
geometriche tra alcune superfici della sezione e le dimensioni delle aperture
di ventilazione (al |
|
netto dell'ingombro di
griglie, deflettori, ecc.) |
|
|
|
Superficie richiesta |
Apertura quadrata |
Apertura rotonda |
|
|
lato × lato |
Diametro |
|
cm2 |
cm |
cm |
|
100 |
10 × 10 |
11,3 |
|
130 |
11,4 × 11,4 |
12,9 |
|
150 |
12,2 × 12,2 |
13,8 |
|
170 |
13 × 13 |
14,7 |
|
195 |
14 × 14 |
15,8 |
|
255 |
16 × 16 |
18 |
------------------------
|
|
|
APPENDICE D |
|
VENTILAZIONE ED AERAZIONE
DEI LOCALI IN CUI SONO INSTALLATI SOLO |
(informativa) |
|
APPARECCHI DI COTTURA CON
PORTATA TERMICA NON MAGGIORE DI 11,6 kW |
|
|
(10 000 kcal/h) |
|
|
|
|
|
|
prospetto D.1 |
|
Dati inerenti la
ventilazione e l'aerazione |
|
|
|
|
|
Sorveglianza |
Cappa |
Volume del |
Apertura di |
Apertura di [**] |
|
|
di fiamma |
|
locale > 20 (m3) |
ventilazione cm2 |
aerazione cm2 |
|
|
Sì |
Sì |
Sì |
[***] |
[***] |
|
|
Sì |
Sì |
No |
100 in basso (150 se in alto) |
- |
|
|
Sì |
No |
Sì |
- |
100 in alto |
|
|
Sì |
No |
No |
100 in basso [*] |
100 in alto [*] |
|
|
No |
Sì |
Sì o No |
100 in basso (150 se in alto) |
- |
|
|
No |
No |
Sì o No |
100 in basso [*] |
100 in alto [*] |
|
|
|
[*] Per gli impianti
alimentati con metano o gas manifatturato, in alternativa ai due fori (in
alto ed in |
|
basso), se ne può prevedere
uno, ubicato necessariamente in alto da 250 cm2. |
|
Per gli impianti alimentati
a GPL devono essere previsti i due fori. |
|
[**] Apertura in alternativa
a elettroventilatore (estrattore) (vedere 5.3.1). |
|
[***] Il locale deve avere
finestra apribile o portafinestra apribile, prospiciente l'esterno. |
------------------------
APPENDICE E |
|
POSIZIONAMENTO DEI TERMINALI
DI TIRAGGIO PER APPARECCHI A GAS CON |
(normativa) |
|
PORTATA TERMICA MAGGIORE
Di 4 kW |
|
|
|
prospetto E.1 |
|
Posizionamento dei
terminali per apparecchi a gas a tiraggio naturale in funzione della loro
portata |
|
|
termica |
|
|
|
|
|
Posizionamento |
Distanze |
Apparecchi |
Apparecchi |
Apparecchi |
|
|
del terminale |
(figure E.1 ed E.2) |
da 4 a 7 kW |
oltre 7 fino a16 kW |
oltre 16 fino a 35 |
|
|
|
|
mm min. |
mm min. |
kW mm min. |
|
|
Sotto finestra |
A |
1 000 [*] |
1 500 |
2 500 |
|
|
Da una finestra |
|
|
|
|
|
|
adiacente |
B |
400 |
400 |
400 |
|
|
Sotto apertura di |
|
|
|
|
|
|
aerazione e/o |
|
|
|
|
|
|
ventilazione |
C 1 000 [*] |
1 500 |
2 500 |
|
|
|
Da una apertura di |
|
|
|
|
|
|
aerazione e/o |
|
|
|
|
|
|
ventilazione |
|
|
|
|
|
|
adiacente |
D |
600 |
600 |
600 |
|
[*] Riducibili a 400 mm per
apparecchi da riscaldamento installati sotto il vano finestra. |
|
Prospetto E 2 |
Posizionamento dei
terminali per apparecchi a gas a tiraggio forzato in funzione della loro
portata termica |
|
|
|
Posizionamento |
Distanze |
Apparecchi |
Apparecchi |
Apparecchi |
|
del terminale |
(figure E.1 ed E.2) |
da 4 a 7 kW |
oltre 7 fino a16 kW |
oltre 16 fino a35 kW |
|
|
|
mm min. |
mm min. |
mm min. |
|
Sotto finestra |
A |
300 |
500 |
600 |
|
Da una finestra |
|
|
|
|
|
adiacente |
B |
400 |
400 |
400 |
|
Sotto apertura di |
|
|
|
|
|
aerazione e/o |
|
|
|
|
|
ventilazione |
C |
300 |
500 |
600 |
|
Da una apertura di |
|
|
|
|
|
aerazione e/o |
|
|
|
|
|
ventilazione |
|
|
|
|
|
adiacente |
D |
600 |
600 |
600 |
------------------------
APPENDICE F |
|
VERIFICA DELLE
CARATTERISTICHE FUNZIONALI DEGLI IMPIANTI A GAS |
(normativa) |
|
COMBUSTIBILE PER USO
DOMESTICO, PREESISTENTI ALLA DATA DEL 13 MARZO 1990 [*]. |
|
|
SCHEDA DI PRESENTAZIONE DEI
RISULTATI |
|
|
|
|
|
|
Il sottoscritto |
|
|
Titolare o legale
rappresentante dell'impresa (ragione sociale) |
|
|
Operante nel settore |
|
|
con sede in via |
|
n. |
|
|
Comune |
|
(prov.) |
|
tel. |
|
|
P. IVA |
|
|
|
|
|
della camera C.I.A.A. di
|
|
|
|
|
di |
|
n. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
di |
|
al n. |
|
|
in relazione all'impianto
gas al servizio di apparecchi di: |
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
descrizione sintetica degli
apparecchi presenti, tipo e numero |
|
|
|
|
|
|
|
|
nome e cognome dell'utente
(occupante l'alloggio) |
|
|
impianto installato nei
locali siti nel Comune di |
|
|
(prov.) |
|
via |
|
n. |
|
|
scala |
|
piano |
|
interno |
|
|
di proprietà di |
|
|
(nome, cognome,
indirizzo) |
|
|
in edificio adibito ad uso
civile [**] |
|
|
|
DICHIARA |
|
|
|
sotto la propria
responsabilità, di aver eseguito le verifiche prescritte dalla UNI 10738
[***], ed in particolare le seguenti, |
|
conseguendo gli esiti di
fianco indicati: |
|
|
|
|
ESITO |
|
|
|
|
POSITIVO |
NEGATIVO |
|
- di aver accertato
l'esistenza della ventilazione (afflusso dell'aria comburente) |
|
|
|
e l'idoneità dei locali;
|
|
|
|
|
|
|
|
- di aver accertato
l'esistenza e l'idoneità dell'aerazione dei locali (smaltimento |
|
|
|
all'esterno dei prodotti della
combustione degli apparecchi di cottura e degli |
|
|
|
apparecchi di tipo A) e la
assenza di eventuali gas non combusti degli |
|
|
|
apparecchi di cottura;
|
|
|
|
|
|
|
|
- di aver verificato l'efficienza
dei sistemi di scarico dei prodotti della |
|
|
|
combustione (per gli
apparecchi di tipo B e C). Per gli apparecchi di tipo B, di |
|
|
|
aver accertato la mancanza
di riflusso dei prodotti della combustione in |
|
|
|
ambiente e l'esistenza del
tiraggio durante il regolare funzionamento degli |
|
|
|
apparecchi; |
|
|
|
|
|
|
|
- di aver effettuato la
verifica di tenuta dell'impianto interno di adduzione del |
|
|
|
gas come prescritto in 7 della
UNI 10738; |
|
|
|
|
|
|
|
- di aver accertato
l'esistenza e la funzionalità dei sistemi di sorveglianza di |
|
|
|
fiamma (non obbligatori per
i piani di cottura); |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
e pertanto, nelle condizioni
attuali, l'impianto a gas risulta |
a funzionare in
sicurezza. |
|
|
|
|
|
|
|
|
DECLINA |
|
ogni responsabilità per
sinistri a persone, animali o cose, derivanti dall'uso dell'impianto a gas
senza che siano stati eliminati |
|
i difetti funzionali che determinano
la non idoneità sopra segnalata, o derivanti dalla manomissione delle attuali
condizioni |
|
dell'impianto a gas o dal
suo utilizzo improprio ovvero da carenza di manutenzione o riparazione. |
|
|
|
Data |
|
IL DICHIARANTE |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
(timbro e firma) |
|
|
|
|
|
|
|
|
per ricevuta: |
|
|
|
|
IL COMMITTENTE |
|
|
|
|
|
|
|
|
[*] Data coincidente con l'entrata
in vigore della legge 5 marzo 1990, n. 46 "Norme per la
sicurezza degli impianti" |
[**] Secondo la definizione
di cui al comma 1 dell'articolo 1 del D.P.R. 6 dicembre 1991, n.
447 |
"Regolamento di attuazione
della legge 5 marzo 1990, n. 46". |
[***] Redatta anche in rispetto
dei criteri previsti dalla legge n. 1083 del 1971 "Norme
per la sicurezza |
dell'impiego del gas
combustibile". |
[****] L'impianto è ritenuto
idoneo se le cinque verifiche singole sopra riportate hanno conseguito tutte
esito positivo. |
------------------------
Allegato II
Scheda di presentazione dei
risultati
(D.P.R. 13 maggio 1998 n. 218)
Verifica delle
caratteristiche funzionali degli impianti a gas combustibile per uso
domestico, preesistenti |
alla data del 13 marzo
1990 [*] |
|
Il sottoscritto |
|
Titolare o legale
rappresentante dell'impresa (ragione sociale) |
|
Operante nel settore (di cui
alla legge 5 marzo 1990, n. 46 - art. 1, comma 1, lettera e)
|
|
|
con sede in Via |
|
n. |
|
Comune |
|
(Prov.) |
|
Tel. |
|
Fax |
|
P. IVA. |
|
|
|
|
|
|
|
|
|
della Camera C.I.A.A.
di |
|
|
|
ovvero |
|
|
|
n. |
|
|
|
|
|
ovvero |
|
|
|
|
|
di |
|
al n. |
|
|
|
|
|
|
|
in relazione all'impianto
gas al servizio di apparecchi di |
|
|
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
|
n. |
|
tipo |
|
|
|
|
|
|
descrizione sintetica degli
apparecchi presenti, tipo e numero |
|
|
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nome e cognome dell'utente
(occupante l'alloggio) |
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impianto installato nei
locali siti nel Comune di |
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(Prov) |
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via |
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n. |
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scala |
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piano |
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interno |
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di proprietà di: (nome,
cognome, indirizzo) |
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in edificio adibito ad uso
civile [**] |
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DICHIARA |
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sotto la propria
responsabilità, di aver eseguito le verifiche prescritte dalla UNI 10738
[***], ed in |
particolare le seguenti,
conseguendo gli esiti di fianco indicati: |
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ESITO |
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POSITIVO |
NEGATIVO |
- di aver accertato
l'esistenza e l'idoneità della ventilazione (afflusso |
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dell'aria comburente) e
l'idoneità dei locali; |
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- di aver accertato
l'esistenza e l'idoneità dell'aerazione dei locali |
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(smaltimento all'esterno dei
prodotti della |
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combustione degli apparecchi
di cottura e degli apparecchi di tipo A e di |
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eventuali gas non
combustibili degli apparecchi di cottura); |
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- di aver verificato
l'efficienza dei sistemi di scarico dei prodotti della |
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combustione ( per gli
apparecchi di tipo B e C). Per gli apparecchi di tipo B. |
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di aver accertato la
mancanza di riflusso dei prodotti della combustione in |
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ambiente e l'esistenza del
tiraggio durante il regolare funzionamento degli |
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apparecchi; |
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- di aver effettuato la
verifica di tenuta dell'impianto interno di adduzione del |
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gas come prescritto in 7
della UNI 10738; |
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- di aver accertato
l'esistenza e la funzionalità dei sistemi di sorveglianza di |
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fiamma (non obbligatori per
i piani di cottura); |
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IDONEO [****] |
e pertanto, nelle condizioni
attuali, l'impianto a gas risulta |
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a funzionare in
sicurezza. |
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NON IDONEO |
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DECLINA |
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ogni responsabilità per
sinistri a persone, animali o cose, derivanti dall'uso dell'impianto a gas
senza che |
siano stati eliminati i
difetti funzionali che determinano la non idoneità sopra segnalata, o
derivanti dalla |
manomissione delle attuali
condizioni dell'impianto a gas o dal suo utilizzo improprio ovvero da carenza
di |
manutenzione o
riparazione. |
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Data |
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IL DICHIARANTE |
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(Timbro e Firma) |
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per ricevuta: |
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IL COMMITTENTE |
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NOTE
[1] Il D.P.R. 18 aprile 1994, n. 392, abrogando gli articoli 4 e 5
della legge 5 marzo 1990, n. 46 ha soppresso il riconoscimento dei
requisiti tecnico professionali previsti da detti articoli.
[*] Data coincidente con l'entrata in vigore della legge 5 marzo 1990. n.
46 "Norme per la sicurezza degli impianti.
[**] Secondo la definizione di cui al comma 1 dell'articolo 1 del D.P.R. 6
dicembre 1991, n. 417 "Regolamento di attuazione della legge 5 marzo
1990, n. 46)
[***] Redatta anche in rispetto dei criteri previsti dalla legge n. 1083
del 1971 "Norme per la sicurezza dell'impiego del gas combustibile".
[****] L'impianto è ritenuto idoneo se le cinque verifiche singole sopra
riportate hanno conseguito tutte esito positivo.
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